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sabato 30 marzo 2013

4 anni in una settimana

Cosa è accaduto in questi ultimi quattro anni?
Bella domanda.
Un globo di situazioni,  emozioni,  circostanze,  delusioni.
Equivoci,  coincidenze,  incontri,  flash che mi hanno cambiato la vita, se in meglio o peggio non saprei dire.
Lungo questa strada, ho perso punti di riferimento e ne ho acquistati altri, ma come un continuo altalenare, prima li perdo e poi li ritrovo. E quando questi punti si allontanano  da me mi chiedo " è colpa mia?".
Ho tanti ricordi,  troppi, tutti ammassati,  uno sull'altro in una parte della mia testa, come se tutti quei fatti fossero accaduti la settimana scorsa...sono limpidi come l'acqua.
Circostanze strane che non ho compreso, atteggiamenti impressi nella mia testa e inspiegabili, quasi come se mi sentissi in colpa per averli notati.
Ho detto frasi, parole, solo per attirare l'attenzione di qualcuno, ma paradossalmente dietro a queste frasi mi nascondevo nel mio silenzio per paura di disturbare o dire qualcosa di sbagliato.
La mia continua paura di deludere le persone, mi spinge a fare cose che in realtà mi stanno scomode, mi stanno "strette".
Forse è proprio per tutte quelle cose che mi stavano strette, che in questi anni ho preferito camminare per la strada con addosso i miei vestiti larghi, quei vestiti con cui ho fatto guerra per farli diventare grandi...e ancora adesso, quando mi vesto larga, con dei vestiti più grandi della mia taglia attuale, mi sento più libera, libera da quelle situazioni scomode; con la speranza di passare per la strada e non essere vista.
Vista o non vista,  ho quattro anni di ricordi ammassati in una settimana .

Domani è Pasqua e io andrò a festeggiare al mare, a B.S.S... vi dice qualcosa? Sì,  è il paese che ha portato via mia nonna.
Passerò la giornata con la mia famiglia, mia sorella e i miei nipotini.
Sono abbastanza tranquilla per l'alimentazione,  perché anche se tutti mangeranno il fritto di pesce,  essendo in alloggio, posso seguire tranquillamente il mio schema alimentare.
L'unica cosa che mi fa stare un po' così legata al cibi è che una parte di me vorrà mangiare ciò che gli altri mangiano,  e quindi verrà difficile per me gestire la situazione.  Ma devo accettarlo,  è un mio limite, è un mio problema e quindi devo affrontarlo io senza coinvolgere gli altri emotivamente... perché Pasqua è una festa, e la mia famiglia ha il diritto di festeggiare, senza che io la coinvolga troppo nelle mie emozioni...
E poi pensare che in quel posto , in quelle strade, passava ogni giorno mia nonna, mi fa nascere dentro tanta malinconia.  Buona Pasqua Nonna.

BUONA PASQUA A TUTTI!!!
Auguri ♡
Pulce

venerdì 29 marzo 2013

L'eco della primavera

La scorsa settimana, si è fatta sentire l'aria di primavera; c'era il sole, che bella sensazione. Quando arriva la primavera sento qualcosa muoversi dentro di me, inizio ad avere più energia...che poi non so se è una falsa energia perchè percepisco tanta stanchezza; mi sveglio alla mattina col mal di testa e mi corico alla sera con lo stesso male...forse sono i postumi dei cinque mesi passati ad alzarmi alle 5 e 15 di mattina.
Oltre a questa energia, percepisco un velo di tristezza che mi accompagna durante tutta la giornata...perchè per ben tre anni, questo periodo ha segnato per me le ricadute, o meglio l'accentuarsi del mio dca. E non so il perchè, non so darmi una spiegazione. Sarà colpa del sole che facendo nascere in me energia, ella veniva incanalata da me sul cibo, sulla forza per la perdita del peso.
Mi ricordo l'estate della seconda superiore, quando tutto si fece più serio, e nel mese di aprile mi ero pesata. 46 Kg vestita..troppo per me, e troppo poco sarebbe bastato per diventare ed essere una di quelle ragazze che pesavano 45 Kg. 
Volevo dimagrire,a tutti i costi...finita la scuola tutto divenne più facile perchè per la colazione mi bastava un misero yogurt bianco magro, mezza mozzarella con il pomodoro da pranzo, un frutto a merenda e un piattino di risotto in bianco scondito a cena...non mi pesai per una settimana e nemmeno quando andai al mare in vacanza con mia sorella...passammo tre settimane bellissime, con il mio nipotino Filippo. Io ero contenta, ma dentro di me la  bestia iniziava a farmi sentire uno schifo. Ricordo con un sorriso quelle colazioni al bar fatte con cappuccino e croissant alla marmellata, il gelato alla frutta mangiato tutte le sere, le pizze mangiate da "Roby"...ma io iniziavo a sentirmi in colpa per tutto ciò che buttavo giù. Mi confidai per telefono con una mia amica, che mi disse che aveva appena saputo che una ragazza che conosceva era stata ricoverata per anoressia e rischiava di morire da un momento all'altro. Ma io non ci pensai nemmeno che forse quella mia amica voleva dirmi che stavo prendendo una strada sbagliata.
Ritornai a casa dalle vacanze, e finiti i tre mesi di pausa della scuola, pesavo 41 chili.
Iniziai la terza superiore con quei chili addosso,ma a causa dello stress arrivai subito a raggiungere i 44 . No, non era possibile .
E da lì iniziò la tortura vera e propria; i mal di testa continui perchè la mia colazione tornò ad essere una yogurt magro bianco, il mio spuntino consisteva in due gallette di mais con un thè caldo non zuccherato, per tenere a bada i crampi allo stomaco, il mio pranzo e la mia cena erano sempre uguali, chili di verdura scondita.
Il peso scese velocemente, arrivarono i tanto aspettati 38, anche se prima aspettavo con ansia i 40, ma non mi bastarono ovvio, potevo spingermi oltre e fermarmi appena avrei potuto...e da lì iniziò il calvario più duro.
Il peso continuò a scendere, nonostante qualcosetta lo mangiassi, ma non bastava al mio corpo...
vedevo i miei muscoli sparire, le mie braccia erano sempre più secche e da quelle braccia sporgevano le vene in modo esagerato, quasi facevano senso. Passai l'estate della quarta superiore a correre, tra visite a Torino e colloqui psicologici risultati inutili...fino al ricovero...

Tutto questo per dire che vorrei che questa primavera sia diversa, o meglio che io dovrò essere diversa. Quella sensazione di esaltazione già la sento, come se fossi piena di energia da scaricare su qualcosa, in qualche modo. Ma non su me stessa, non voglio cadere nel solito circolo vizioso che la primavera e l'estate mi invitano a seguire.
Ci sarà altro nelle mie giornate, e quest'altro prima o poi lo troverò.

giovedì 28 marzo 2013

E martedì come è andata??

Ciao a tutti... non vi ho raccontato alcune cose....
Martedì ho passato una giornata molto diversa dai miei soliti canoni...
Alla mattina,  noi ragazze,  siamo andati dai bambini che hanno subito il trapianto,  e gli abbiamo portato dei pulcini fatti da noi, con dei pon pon...è stato emozionante,  così come quando a Natale avevamo portato i calendari. Ma questa volta mi sono sentita molto più coinvolta emotivamente,  forse perché era una situazione bella. Peccato che c'erano solo due bambini,  e il più piccolo avrà avuti l'età del mio nipote minore, e mi ha fatto tanta tenerezza,  aveva quasi paura di quei semplici pulcini di stoffa e lana.
Poi mi sono fermata a Torino, e ho posato come soggetto per una fotografa che sta preparando una mostra... Non ero sola, con me c'era anche un'altra ragazza del day hospital, e alla sera mi sono fermata da lei! Già!  Sono stata molto bene e sono contenta a pensare di poter ripetere l 'esperienza.
Ho passato una giornata molto  piacevole, per me è stata quasi una gita girare Torino perchè non sono molto esperta del centro, e poi mi sono fermata a dormire fuori casa.

Invece, in day, stiamo lavorando per mettere in scena la fiaba di Raperonzolo...dobbiamo scrivere il copione, e possiamo anche cambiare alcune circostanze per adattare la storia alla nostra esperienza...un lavoro molto lungo e non semplice, anche perchè dovremo creare costumi e sceneggiatura. E poi recitare ovvio...
Io odio recitare, non ne sono capace. Così come nella vita non riesco mai a dire bugie perchè mi blocco, la stessa cosa capita quando devo dire delle frasi imparate a memoria; succede che me le dimentico, mi blocco nelle frasi, al volte ripeto le spesse parole più volte e vado nel panico diciamo. Non per questo, alle medie non ho mai partecipato ad una recita scolastica... odio il pensiero di avere tutti gli occhi puntati su di me, sui miei movimenti, sul mio fisico, sulle mie espressioni, sulle mie parole...odio essere al centro dell'attenzione ecco. Infatti sono una persona molto introversa e chi mi frequenta lo sa bene, ma poi quando mi apro so dare molto...è solo lunga la fase di apertura diciamo!
Comunque sono impanicata. Lo spettacolo sarà il 10 aprile e verremmo pure filmate per poi farci vedere il video. Io mi vergogno cavolo. Non voglio farlo, ma fa parte della terapia di gruppo.  Io odio recitare, non voglio pormi come ridicola.
Aiuto aiuto aiuto

mercoledì 27 marzo 2013

O tutto o niente


Bianco e nero.
Digiuno o abbuffata.
Magrezza o grasso.
Pienezza o vuoto.
Passività o iperattivà.
Bene o male.
Perfezione o nullità.
Silenzio o baccano.
O tutto, o niente.

Io viaggio, vivo, seguendo gli estremi, e mi rendo conto che è un modo di fare sbagliato...


Questo è il mio problema, in tutto.
Nel mangiare, se io non avessi uno schema o mangerei quasi niente o esagererei, abbuffandomi come succedeva in passato... quando stavo compiendo il percorso di psicoterapia privata, la mia psico voleva farmi entrare nell' ottica che tra il tutto e il niente c'è una via di mezzo...
Ad esempio la mia testa era ossessionata dal gelato della yogurteria che si trova davanti alla mia scuola...  sopra ci si possono mettere nutella, cereali, cioccolato ecc... e allora io ero tentata da esso. Io lo avrei voluto mangiare con la nutella e non i cuoricini di zucchero, ma poi avrei ristretto molto nei pasti successivi, e quindi era controproducente. Allora la mia psicologa, mi disse che dovevo anche prendere in considerazione di mangiare il gelato bianco e basta... per me non andava bene, non valeva la pena ingerire il gelato bianco e non farcito. A lei sembrava la cosa più facile del mondo, ma per me no, preferivo rinunciarci del tutto piuttosto che non mangiarlo come la mia testa voleva...come io lo desideravo diciamo...
Oppure se io mi prendo un impegno lo porto a termine sempre, anche se è magari faticoso, ma non potrei mai lasciare un lavoro , un impegno, un progetto, a metà. In passato è successo di dover fare stage con la scuola, e a me non piacevano affatto, ma li ho fatti anche se facoltativi, era il dovere della brava studentessa infondo...
Così capita il più delle volte, il senso del dovere prevale su tutto; nel mio caso molto anche nella scuola... voglio sempre sapere la lezione a pennello, esporla in modo impeccabile, se no perchè studiare?? sarei una nullità a non dare il massimo .
Il dovere. Dover essere perfetta, dover essere la brava ragazza, dover essere un buon esempio per tutti, dover essere forte, dover andare avanti... sempre avanti, fino allo sfinimento. Alla ricerca di continui apprezzamenti,  che a volte non arrivano, e quando arrivano non bastano mai, perché non sono mai soddisfatta di quello che faccio, perché dentro di me una vocina dice ,"potevi fare di più "
O tutto o niente.
Devo trovare una via di mezzo.

martedì 26 marzo 2013

Il bruco e la farfalla

Guardo le nuvole nel cielo e cerco di darle una forma: un cavallo, una macchina, un uccello.
Guardo la natura che mi circonda,  con la speranza di vedere i primi colori della primavera spiccare, nascere...ma adesso la natura e ancora spenta. ..non mi piacciono gli alberi spogli e marroni, preferisco il momento in cui mettono le foglie e diventano verdi e rigogliosi.
Molto spesso penso alla metamorfosi del bruco che diventa farfalla...il baco da seta , semplice e chiuso in se stesso, che ad un tratto si rompe e nasce il bruco,  un esserino piccolo e neanche troppo affascinante.  Ma dopo alcune fasi questo essere diventa una favolosa farfalla che spicca il volo,  che non tocca più il fondo della terra, ma vola libera nel cielo. I colori sono così belli e luminosi,  e vola nel cielo con una grazia simile ad un balletto di una ballerina.  Vola da un fiore all'altro, e dall'alto vede i sui simili che si trasformano pure loro.
Subito mi viene da paragonare questo alla malattia; penso di trovarmi in una fase di passaggio....non sono più bruco, ma ho ancora molta strada prima di diventare farfalla.  E a me basta diventare una semplice farfalla, libera dalle catene di Ana. Non pretendo di essere la migliore, la perfezione.
Vorrei stare bene, alzarmi alla  mattina con il sorriso sulle labbra e coricarmi la sera e dormire, invece di rigirarmi nel letto a forza di pensare.
Prima o poi succederà.
E potrò dire di essere stata un bruco ma di avercela fatta a crescere in meglio.

lunedì 25 marzo 2013

La bellezza interiore


La scorsa settimana ho avuto il colloquio con la dott. D. B. , la responsabile del day hospital...
In poche parole mi ha detto che in questo ultimo periodo devo lavorare molto su me stessa, ma non sull'aspetto esteriore, ma bensì su quello interiore..."come vedo lei si cura benissimo come aspetto, si trucca, si mette lo smalto,  cerca uno stile da vestire suo e non copiato...sta anche bene con quel grazioso percing al naso...ma ora deve cercare di rendersi così bella anche dentro, deve trovare se stessa ".

E ha ragione...ho molta stima in questa Dottoressa...è stata lei ad avermi fatto la prima visita quando frequentavo l ' ambulatorio,  è stata lei ad aver capito che avevo bisogno del ricovero, e stata lei ad avermi vista scoppiare a piangere in quel momento ed a pormi un fazzoletto profumato e disegnato in quel momento...forse anche con un velo di imbarazzo...
Devo lavorare dentro.... ma anche se ho passato cinque mesi in terapia,  continuano ad uscire argomenti da affrontare,  sono tantissimi ed ogni volta ne spunta uno nuovo come un fungo, mettendone così da parte un altri...e si accumolano... e non riesco a trovare un collegamento.
Flash, ricordi, emozioni, riaffiorano dalla mia memoria...pensieri scomodi, pungenti, che fanno male, che fanno piangere, che fanno arrabbiare. E poi?
Tante cose ancora da affrontare... e un futuro da programmare. Quando finirò il percorso dovrò occupare il mio tempo liberi, le mie giornate...qualcosa dovrò pur farlo. Ma le psico quà mi bloccano, dicono che non devo ancora fare progetti e pensare più al presente...ed è vero, io ho il vizio di volare con la testa nel futuro, di costruire castelli in aria che a priori dovranno cadere, o che a stenti staranno in piedi. Una visione forse un po ' negativa diciamo, questa cosa mi ha sempre caratterizzata.
La domanda è "come faccio a cambiare dentro? A prendermi cura di me stessa? " . Io che di fronte alla mia immagine asciutta che una volta lo specchio rifletteva,  facevo i complimenti a me stessa perché gli obiettivi erano raggiunti?
Come faccio a volermi bene se non riesco ad accettare il mio peso salire?
È questione di testa lo so, ma sono davvero stanca.
Mi sveglio la mattina con il mal di testa e mi corico alla sera sempre con il mal di testa, da settimane oramai, penso siano i postumi di cinque mesi di levataccie al mattino alle cinque e un quarto,  e le difficoltà a dormire e mantenere il sonno.
La forza di volontà mi ha permesso di farlo fino a ora, la determinazione mi ha guidata, se no potrei stare tranquilla a casa a dormire tutto il giorno... quella Faby  quando ha deciso di scegliere il day era forte, , una tigre, è così dovrà di nuovo essere per concludere al meglio questo percorso...che non è altro che l 'inizio di una lunga strada che spero porti alla guarigione.

domenica 24 marzo 2013

Ho fame. Di cibo. Di amore

Silenzio.
L'unico rumore è il brontolio della mia pancia.
Seduta sul divano
Come se per inerzia non riuscissi ad alzarmi e raggiungere il tavolo per fare qualcosa di attivo.
Alla mia destra, appoggiato ad un cuscino c'è un libro, sto leggendo "Fallen", dopo appena aver finito "una vita sottile"
Ma non ho la forza e la testa per leggere.
Alla mia sinistra c'è un foglio con una matita,  potrei disegnare le bozze di qualche orecchino da realizzare.
Sul tavolo mi aspetta lo zaino di scuola da cucire con bottoni e perline per renderlo così colorato.
Le lancette dell'orologio scandiscono i secondi che passano
I secondi che sto sprecando della mia vita.
Mille progetti,piccoli progetti, niente di assurdo
Volano nell'aria, persi, perché per loro nella mia testa adesso non c'è spazio.
Regna la nullità,  la voglia di reagire che però è debole.
Regna il sintomo con tutti i suoi pensieri.
E ogni giorno è cadenzato dallo stesso rituale alimentare
Quasi come se l'unica cosa che mi permettesse di arrivare alla fine della giornata fosse lui, il cibo.
Ma non quello che mangio di solito, ma quello che mi nego da anni.
Quel desiderio che non riesco a colmare.
Quel vuoto sempre più vuoto.
Ho fame.
Di cibo e di amore verso me stessa.

sabato 23 marzo 2013

il bisogno di un abbraccio

" ti voglio bene".
Sono tre parole, bellissime e cariche di emozioni. Peccato che le persone lo dicono sempre di meno. O forse questa frase ha perso valore?
Penso ai messaggini che spesso si mandano sul cellulare e che finiscono con un "tvtttb"o " tvtttb1kdb".
Non li sopporto,  che cosa stanno a significare?
Al massimo non si scrive niente.
Un ti voglio bene è una formula che può cambiare tante cose, il malumore di una persona, può far nascere un sorriso, può far sentire una persona meno sola, e questa sa di essere accettata, di essere voluta da qualcuno....
Spesso si sente la mancanza di queste parole, si aspetta assiduamente che quelle persone a cui noi teniamo ce lo dicano in faccia,guardandoci negli occhi e magari, essere anche abbracciati.
L'abbraccio. Un gesto di comunicazione non verbale ma pieno di significati. Mi riferisco ai veri abbracci,  non quelli finti, dove l 'altra persona sembra un tronco d'alberi freddo e distante, pieno di schegge.  Mi riferisco a quegli abbracci calorosi, pieni d'affetto, che ti fanno sentire la benvenuta nella nuova giornata,  quelli che ti danno forza in una giornata grigia,  che ti aiutano ad affrontare le difficoltà,  che ti fanno capire che l 'altra persona e lì,  accanto a te, e pronta a combattere con te, a darti la sua spalla nel momento in cui ti senti stanca e non hai più voglia di andare avanti....
Affetto, amore, amicizia. Tutto questo è molto importante nella vita ,bisogna capirlo.

venerdì 22 marzo 2013

quanto è difficile il momento del pasto

Penso che se un estraneo qualsiasi osservasse i momenti della preparazione e della consumazione dei pasti di una persona affetta da dca , ne uscirebbe frastornato e stupito...
La preparazione: tutti gli alimenti, dal pane, alla carne, al latte, al parmigiano, sono pesati meticolosamente con la bilancia, e nelle fasi più acute della malattia, anche solo due grammi in più scatena nella persona paura , ansia, e quindi toglie quei due grammi, perché è convinto che saranno quelli a farla ingrassare, o meglio salire di peso . Il momenti del pasto crea molta ansia, perché è il momento di mangiare. Il cibo è spezzettato a minuscoli pezzi, il cibo viene assunto con la velocità di una lumaca, a volte gli alimenti sono mischiati in modo assurdo, tutto sul tavolo deve essere in un ordine preciso. Di solito, i soggetti malati di dca, quando mangiano non parlano, non vogliono sentire la televisione o la radio, perché tutto distrarrebbe dal piatto che si ha davanti, dal pasto che si è costretti a consumare .
Anche per me era così, e molte cose continuano a persistere. Sminuzzo il cibo, tendo a essere silenziosa nel momento del pasto... ma ho fatto una grande conquista, per me ovvio, ho capito che non sono quei due o cinque grammi in più di qualcosa a farmi ingrassare, in realtà non faranno niente, perché è il globale che conta. Questo l'ho capito in ricovero, e sto cercando di mantenere viva questa convinzione.
Quanti punti di domanda si fa chi soffre di un dca vero?
Sembrano cose assurde ma è così, e io lo voglio rendere pubblico perché , essendo una malattia poco considerata, in realtà è subdola, pericolosa, e chi ne soffre veramente, perde quasi tutta la sua vita seguendo questi rituali ogni giorno , per anni e anni, forse per sempre ; non c'è caso uguale a un altro.

Però lottando è possibile farcela, ogni giorno è una sfida, ma c'è in gioco la vita e la salute, quindi quando si è in ballo bisogna ballare !

giovedì 21 marzo 2013

18 dicembre...


Una bambina che giocava allegramente nella piazza della città di B. S. S...
Lo scivolo era sempre pieno di scritte volgari e sdolcinate... e dopo un'ora di gioco sfrenato con bambini sconosciuti, quella bimba dai capelli ricci andava nella gelateria vicina a prendere il gelato, ogni sera, e sempre i soliti gusti: cioccolato e fragola o cioccolato e viola...
E poi,  passeggiando sul lungomare, la bimba con la sua famiglia tornava in alloggio,  stanca ma ancora con la forza di correre sui tombini per saltarci sopra e fare baccano.
Amava passare tutta la giornata in spiaggia,  sapendo di tornare in alloggio, al quinto piano,  e trovare quei squisiti e fantastici piatti cucinati dalla sua nonna.
Ma il 18 dicembre 2003 questo incantesimo si spezzò.
La bambina, ormai in crescita,  si ritrovò senza la nonna, portategliela via in modo improvviso. E quella città si spense e ancora oggi, tutte le volte che vi trascorre una giornata, un'ombra grigia la accompagna.
Quella ragazzina ormai è maggiorenne, e sono io.
Non posso andare  a B. S. S. Senza pensare a cosa è accaduto quasi dieci anni fa...
Ogni volta che vede quelle strisce pedonali vorrebbe tornare indietro nel tempo ed evitare quell'incidente.
Invece non riesce nemmeno ad attraversare quel passaggio pedonale,  a guardare quella panetteria dell'angolo, forse dove mia nonna disse le sue ultime parole.
Anche se quel giorno non ho visto la scena,  nella mia testa si ricostruisce quel maledetto momento,  che portò via la mia cara nonna.
Ancora oggi, non riesco a scacciare la fantasia di poter ritornare al 18 dicembre 2003 e facendo una "magia", cambiare il passato, urlare a mia nonna di aspettare,  di non attraversare in quel momento.
Il passato ormai è passato...
Ma a me , la mia nonna, manca da morire....

mercoledì 20 marzo 2013

Il bisogno di creare qualcosa :)

La neve sull'asfalto,  sui marciapiedi...
Ma non dovrebbe arrivare la primavera? Sapete io e il sole siamo in simbiosi. Se c 'é lui io mi sento un po' meglio, e più leggera.
Che giornata tosta quella di oggi in day hospital,  non vedo l'ora di essere a casa e sdraiarmi sul mio letto con le lenzuola azzurre. Così come le pareti. Sembra di essere in paradiso.
Ma sdraiarmi ha anche i suoi lati negativi: la testa inizia a pensare più di quanto riflette già di solito, e i pensieri frullano, vagano, ricordi che vengono a galla e mi fanno provare emozioni fisiche strane; prima una stretta allo stomaco, poi l'ansia, poi la paura di non farcela, poi mi scappa un sorriso e poi magari arrivano le lacrime.
Come dire, sono un fiume di emozioni, che quando scoppiano , anche se non fanno rumore, sembrano il big bang.

In questi giorni mi è venuta voglia di creare degli orecchini con le mie stesse mani...adesso sono in fase di elaborazione mentale... vorrei che fossero unici, strani, colorati, stravaganti. E poi magari farò anche qualche bracciale... quanto mi piacerebbe riuscire a costruire qualche accessorio da sola...
Ho bisogno di far uscire qualcosa che ho dentro e non riesco a capire cosa sia ovviamente,  e sento che devo tirarlo fuori creando qualcosa, vedere qualcosa fatto da me. Forse è un modo per farmi capire che non sto sprecando il mio tempo, che qualcosa lo sto facendo.
Forse è tutto legato al senso di nullità che mi attacca ogni volta che mi ritrovo senza una mansione da svolgere.
Quanti dubbi, una marea.
Se fosse tutto più semplice....

martedì 19 marzo 2013

5 mesi...PUNTO DELLA SITUAZIONE!

Quasi cinque mesi di day hospital, e solo più un mese davanti a me di percorso terapeutico.
Il day hospital ha fatto e fa ancora parte di tutte le mie giornate, e mi rendo conto della grande possibilità che i dottori hanno voluto darmi, perchè non tutte le ragazze possono entrare in day, e ci sono attese molto lunghe, visto che i posti massimi disponibili sono otto...
Comunque, dal 22 ottobre, quante cose sono cambiate, e quanto sono cambiata...
Ci sono due punti di vista da prendere in considerazione, quello alimentare e quello emotivo.
Partiamo da quello alimentare e magari per molti di voi più noioso?
Allora, più volte ho sottolineato come mangiare non voglia dire essere guariti, a volte si mangia ma dentro si continua a stare male, perchè la malattia è così, dal di fuori non si manifesta se non con la magrezza...
Credo di aver raggiunto una specie di "equilibrio alimentare"...anche se ho alcuni cibi ancora parecchio fobici e che continuo a chiedermi quando li mangerò, dei passi in avanti li ho fatti. Continuano ad essere per me un tabù l'olio, tutti i latticini, gli affettati, le merendine, il cioccolato, la carne di maiale, i frollini ecc... ma per quanto riguarda il resto riesco ad assumere tutti gli altri principi alimentari.
Quando ho iniziato il dh, avevo paura di tutti gli alimenti e andavo avanti a mangiare carne e pesce ai ferri. Ora la mia alimentazione è più vasta: ho reintrodotto i biscotti secchi, tutti i tipi di carne cucinati in parecchi modi, dalle polpette, al pesce gratinato. E con i carboidrati non ho tanti problemi, tolti i grissini.
Invece dal punto di vista emotivo e sociale...beh sono cambiate una miriade di cose!
Prima di tutto sento il bisogno di essere indipendente e riesco ad esserlo. Mi è venuta voglia di vivere, di uscire dal mio guscio , e di provare nuove emozioni... sono riuscita ad aprirmi di più con le persone per me di un livello maggiore, come i professori, i medici; mentre prima stavo zitta , ora se ho un dubbio, se ho bisogno di aiuto o di un parere, non mi faccio problemi a parlare liberamente con loro, chiedere spiegazioni, e perchè no anche chiamarli per telefono. Prima per me anche solo fare una telefonata era un problema, perchè avevo paura di essere ridicola, di usare frasi inappropriate, di farmi qualche brutta figura... avevo paura del giudizio altrui e invece ora va meglio.
E poi? avevo la costante paura di essere ridicola, di essere sempre osservata...mentre adesso se faccio qualche figura del cavolo, se faccio un errore, riesco a riderci sopra e non a agitarmi...tanto ormai è andata! come sarebbe noiosa la vita senza le risate, le brutte figure, gli amici, le uscite...
Me ne rendo conto solo adesso che ho 18 anni, per me prima doveva essere tutto sotto controllo...
Beh meglio averlo capito ora che mai.

Un abbraccio a tutte

lunedì 18 marzo 2013

" fai finta di arrabbiarti"

A scuola ho sempre amato Storia dell'Arte come materia: in un quadro, il pittore riesce ad esprimere i suoi sentimenti, il suo stato d'animo, le sue speranze, alcune circostanze difficili da spiegare a voce...a volte il quadro non è altro che il ritratto del mondo interiore dell'artista. Anche oggi è così, i pittori gettano sulla tela colori, colori che gli sono stati ispirati dal loro profondo...
Io non sono molto brava a disegnare, me la cavo di più nella scrittura. Anche lo scrivere è un modo di comunicare...si può buttare fuori tutta la rabbia che si prova, si può raccontare circostanze dolorose o felici. Ma non è così facile. A volte, per quanto mi riguarda, nemmeno lo scrivere mi aiuta a sfogarmi.
Non riesco a sfogarmi, non riesco ad essere arrabbiata, o meglio lo sono ma non riesco mai a mostrarlo...anche se mi dicessero "bene, adesso fai finta di arrabbiarti", io non ne sarei in grado, perchè io non urlo mai la mia rabbia a voce, ciò che mi fa stare male lo comunico in altri modi.
Modi sbagliati, modi autodistruttivi, modi insignificanti.
Ci sono alcune volte che sto talmente male, che non riesco nemmeno a scrivere, che non faccio altro che puntare un punto fisso fuori dal finestrino del pullman, con la testa appoggiata al vetro. perchè non riesco nemmeno tenerla alzata...perchè è pesante, è stanca, è piena di pensieri, che vanno veloci. Perchè sono piena di emozioni che mi sembra di scoppiare. Perchè vorrei prendere tutto e andarmene, non so dove, ma in un posto dove tutto questo schifo che mi sono creata sparisca, come una magia.
Ma non è così. Nulla sparisce.
La notte ho ricominciato a sognare il cibo...io che mangio il gelato alla nocciola, la torta di mele di mia mamma, il cheeseburgher , i muffin...anche un semplice biscotto. E mi svegli la mattina, con i crampi allo stomaco per la fame. Arrabbiata, perchè anche mangiando continuo ad aver fame.
Non è giusto. Ora mangio, e perchè tu corpo mi chiedi di più? perchè non sai stabilizzarti? perchè tu stomaco non torni quello di una volta invece di farmi provare queste voragini?
Basta. E' finita. Ora mangio. Smettila di tormentarmi con la fame, basta.

domenica 17 marzo 2013

È questo l ' esempio per i giovani... guardate quà



"A Hollywood domina la tendenza ad essere sempre più magre e molte attrici hanno spinto la propria salute ai limiti per interpretare i loro ruoli: per riuscire ad entrare nel costume da Catwoman, attillato come una seconda pelle, per il film 'The Dark Night Rises', Anne Hathaway ha fatto per mesi una dieta da 500 calorie giornaliere, a base di hummus e ravanelli. Il regime ferreo continua adesso che l'attrice 29enne sta girando 'Les Miserables', in cui interpreta il ruolo della prostituta tubercolotica .Fantine e deve sembrare sempre più malata e in punto di morte. "Sono al sesto giorno di detox, questa dieta mi fa venire i brufoli, la adoro" ha detto ironica Hathaway a Allure Magazine. Secondo il tabloid 'The Mirror', per problemi di tempo l'attrice sarà costretta a perdere quanto più peso possibile nell'arco di 15-20 giorni. La star aveva già parlato del suo costume da Catwoman come di un "terrorista psicologico. Il costume, il pensiero del costume, cambiare la mia vita così sarei entrata nel costume hanno dominato il mio anno. Sono andata in palestra per mesi, senza uscirne mai". Non importa il numero di nutrizionisti e dietologi affermati quando la salute è messa in pericolo. Hathaway non è la sola ad essere stata trascinata da questa mania del peso perfetto. La già minuta Natalie Portman è dimagrita una decina di chili per recitare in 'Black Swan', film che le è valso un Oscar come migliore attrice. Persino il regista era preoccupato per lei: "Ad un certo punto, ho guardato la schiena di Natalie ed era così magra e definita che le ho detto che doveva mangiare. E mi sono assicurato che avesse tanto cibo nel camerino" ha detto il regista Darren Aronofsky a Access Hollywood. "Penso che sia stato davvero estremo dal punto di vista fisico. Non mi ero mai allenata così tanto e fare 5-8 ore al giorno di danza estrema e cross-training è stato una vera sfida" ha commentato l'attrice, che aveva fatto danza da bambina, ma è stata contentissima di lasciare lo stile di vita da ballerina una volta finite le riprese. "Pasta, pasta, pasta e niente esercizio fisico. E' stato immediato, ero pronta a lasciare il mondo della danza" ha detto Portman. Anche la sua co-star Mila Kunis, altra ballerina di 'Black Swan', è dimagrita dieci chili per le riprese e si è allenata sette giorni a settimana per tre mesi, facendo danza, pilates e cardio 4-5 ore al giorno. Ed alla fine, avevaaveva paura del suo riflesso nello specchio. "Ho capito perché questo mondo è così senza speranze. Arrivata a 43 chili, mi guardavo allo specchio e dicevo 'Dio mio', non avevo alcuna forma, niente sedere, niente seno. Si vedevano solo le ossa. Uno schifo" ha rivelato l'attrice ad E!. Gwyneth Paltrow, invece, era stata costretta ad ingrassare dieci chili per interpretare la parte della cantante alcolizzata in 'Country Strong' ed era terrorizzata dal fatto di dover abbandonare la sua dieta e lo sport. "l'incubo è stato smettere di andare in palestra" ha detto l'attrice a Chelsea Lately. "All'inizio ero nel panico, così facevo un po' di sport e poi dovevo mentire e dire che non l'avevo fatto. Poi salivo sul tapis roulant e mi dicevo che dovevo smetterla" ha aggiunto Paltrow. Anche la sua Personal trainer non era contenta. "E' stato difficile per me perché avevamo lavorato sodo sul suo corpo" ha detto Tracy Anderson alla ABC, aggiungendo che però la sua cliente è riuscita a dimagrire in poche settimane dopo la fine delle riprese grazie ad una combinazione di cardio, danza ed esercizi con i pesi, ma anche alla sua costituzione fisica. Amanda Seyfried ha detto di essere riuscita ad avere la silhouette sfoggiata nel film 'Chloe' grazie alla dieta crudista. "E' intensa e terribile" ha detto l'attrice a Esquire, commentando la dieta che vieta di mangiare alimenti cotti o processati. "Cosa ho mangiato per pranzo? Spinaci. Soltanto spinaci, spinaci e qualche seme". Ma Seyfried è consapevole del fatto che i suoi sacrifici sono necessari. "Devo restare in forma perché sono un'attrice. E' strano, ma non otterrei alcun ruolo in caso contrario" ha detto a Glamour".






Sono senza parole... sembra che tutto ormai giri solo intorno alla bellezza corporea, anche se nel caso di alcune attrici, la loro magrezza non era segno di bellezza ma di estremismo, a volte nelle parole precedenti si può notare l'atteggiamento di sfida nei propri confronti delle star...quasi come se fossero davvero malate. Passano ore a massacrarsi in palestra, a seguire diete da 500 calorie giornaliere, una distruzione per il fisico di un qualsiasi individuo.


E noi giovani, ma anche adulti, che guardiamo i film e la televisione, tutti i giorni facciamo riferimento a queste icone...ecco...io mi chiedo, un adolescente, che già passa il momento difficile e critico dell'adolescenza, dove cerca di formarsi come individuo all'interno di un gruppo, o meglio dove cerca proprio di formare la sua personalità, davanti a questi esempi come reagisce? Non verrà mica trasmesso il messaggio subliminale che per essere attraente, compiaciuto, voluto dal resto del gruppo dei pari, deve essere un'icona pure lui?


Secondo me sì, un giovane arriva a constatare che l'esterioritá è più importante dell'intelligenza...non importa se si ha poco sale in zucca e un carattere bruttissimo, cosa importa è l 'essere belli...


Mah. Che cavolo di esempi ci propinano i mass media... io rimango dell'idea che una persona conta per come è dentro, non per come è fuori.


Preferisco la felicità al successo.

Ps. Ieri il corso di cucito è andato moltoooo bene, ho imparato diversi punti e ho realizzato un porta chiavi.  Che bello! Tre ore di lavoro ma per ottenere un bel risultato, e una risata quando ho notato che avevo cucito un cuore al contrario ;)

sabato 16 marzo 2013

anche in dh mi danno i compiti per casa . . .

Da oggi devo svolgere un lavoro che mi ha assegnato la mia curante psicologa:devo segnarmi su un quaderno tutte le volte che mi vedo grassa, descrivendo la situazione, le circostanze,  con chi mi trovo, dove sono e ovvio, cosa provo a livello emotivo.
Non è un lavoro facile,  soprattutto capire quali sono le mie emozioni, cosa provo. Significa attuare una vera e propria introspezione nel momento puro di difficoltà,  ma è l'unico modo per capire cosa veramente dentro di me quando sono in difficoltà e quindi vedo la mia immagine distorta.
Però,  la mia psicologa mi ha fatto i complimenti perché nonostante sia stato un periodo per me  duro, dovendo prendere decisioni difficili e importanti,  nonostante mi vedessi grassa e mi venisse, ancora adesso, da restringere,  sto tenendo duro, continuando a seguire il mio schema. E ho anche preso delle decisioni indipendentemente dal giudizio delle altre persone,  andando contro corrente alle opinioni altrui, e proseguendo con la mia linea di idea.
Per me è stata una conquista perché sono sempre stata influenzata dai consigli e dalle idee altrui.
Quindi mi sono pure presa i complimenti!
E questo pomeriggio comincio un corso di cucito! È una novità!
A me attira molto il cucito,  il punto croce, il lavoro ad uncinetto,  e quindi ho visto questo corso come un'opportunità per imparare qualcosa che mi piace,  ma anche per conoscere nuove persone,  perché qualcuno con cui poter interagire lo troverò di sicuro.
Ora vado a prepararmi. Smalto, trucco e sorriso.
Buon pomeriggio a tutti ♡

venerdì 15 marzo 2013

out of control

I miei occhi vedono solo ciò che vogliono vedere. Il mondo monocromatico,  senza sfumature,  e io sono arrabbiata con lui.
Perché non siamo macchine? Sarebbe l 'unico modo per programmare tutto,.
Non reggo,  il peso continua a salire nonostante io faccia di tutto per mantenerlo stabile, e anzi perderne anche un po'. Ma lui, fottutamente continua ad andare avanti, non si ferma. E , proprio adesso,  la dietista se ne è andata. 
Già,  è durata pochi mesi perché per lei le regole del day erano troppo rigide e non le riusciva ad accettare.
Fatto sta che sono pure senza un sostegno dietologico.
Non so cosa fare, non faccio altro che piangere se penso al mio peso. Mi vesto largo perché non voglio che si veda il mio aumento. Cammino per la strada vergognata e disgustata dalla mia immagine. 
Mi dispiace scrivere queste cose, so di essere molto negativa,  ma è la verità. 
Potrei scrivere un post raccontando che va tutto bene,  che sono di buon umore, che adesso va meglio. Ma non è così, non scrivo cose non vere. 
Scrivo ciò che mi succede veramente. Scrivo come sto veramente. 
Il mio blog si basa sulla sincerità,  e di conseguenza,  potete esprimere tutti i pareri e le opinioni che avete.
Vi abbraccio

giovedì 14 marzo 2013

quando camminavo sicura per la strada

Camminavo per la strada, le gambe andavano da sole, quasi non le sentivo. Forse era la stanchezza,  forse era la pressione bassa, forse era il semi digiuno.
Camminavo sicura, per le vie della città,  quasi come se dentro di me sapessi che tutte le persone sapevano che non mangiavo,  e quindi ero forte, ero una roccia. Chi riusciva a fare ciò che facevo io?
Poche persone.
E se per caso cadevo in tentazione, camminavo per ore per la città,  in modo inarrestabile,  facevo i solchi per le vie. Tornata a casa, con la musica a tutti volume e chiusa nella mia stanza, mi esercitavo a fare girare il cerchio sui fianchi;  almeno per un'ora, questa era la regola, la punizione...
Il peso scendeva, ma lentamente.  Non sopportavo questa cosa, io volevo essere magra... ma senza sapere che l ' estate seguente quella magrezza sarebbe stata per me qualcosa da nascondere.  Ormai non indossavo neppure i pantaloni,  ero un manichino. Così mi comprai mille gonne e vestiti, era il modo per mascherare la mia assenza di curve.
Vergogna ma forza continuavano ad accompagnarmi nella mia discesa.
Era per me un trauma farmi la doccia, , perché mi vedevo,  vedevo quelle ossa sporgenti. Ma se per caso ero un po'gonfia correvo a pesarmi, avevo paura di essere aumentata.
Tutti cercavano di farmi mangiare. Dei clienti dei miei genitori ogni settimana mi portavano una torta diversa, dalla classica crostata alla torta di mele. E io le facevo mangiare ai miei genitori, a mio nipote, informandomi su come fosse il gusto, in caso di un interrogatorio da parte di questi clienti.
Gli ospiti che arrivavano a casa mia mi portavano sempre il gelato come dolce, sperando che io non mi tenessi e ne mangiassi un po'. E io? Mi chiedevo nella mia stanza a piangere e a scrivere sui fogli "faby fa schifo, faby fa schifo, faby fa schifo".
Quei fogli li conservo ancora...
Mia mamma ci scriveva "faby è bella, faby è forte,  faby è grande".

Insomma. Questa è una parte della mia storia, e volevo condividerla con voi.

mercoledì 13 marzo 2013

La mia Quinta F

Ieri sono andata a scuola...ho deciso di ritirarmi e ho già firmato tutto...ma ho anche già compilato l'iscrizione per il prossimo anno scolastico.
Penso di aver fatto la scelta giusta, ma c 'é una cosa che mi rattristisce parecchio, lasciare la mia classe. Sono stata quattro anni con le mie compagne, abbiamo condiviso difficoltà,  risate, problemi...e anche se vado in day hospital abbastanza volentieri, loro continuano a mancarmi tantissimo.
Ieri sono andata a salutarle; mi sono seduta al mio banco in prima fila, mi sono girata indietro e ho passato dieci minuti ad osservarle tutte quante...chi faceva le parole crociate, chi studiava, chi copiava appunti, chi guardava il cellulare, chi parlava...
Mi dispiace lasciare alcuni professori,  perché in questo periodo alcuni prof mi sono stati davvero vicini, e il prossimo anno alcuni dovrò cambiarli. Mi spiace, perché sono molto grata nei loro confronti, perché io con loro mi sono aperta, visto che mi hanno dato la possibilità di farlo. Non avrei mai più pensato che ci potesse essere un rapporto umano e stretto con alcuni prof, perché pensavo che io ero a scuola solo per studiare, per prendere bei voti, per essere la studentessa brava, e quindi tralasciavo tutta la parte legata al dialogo e alle emozioni.
Mi sono ritirata, nonostante la scuola mi fosse venuta incontro e mi avesse rassicurata, ma non mi sono sentita di continuare...perché non ce la faccio,  sia fisicamente che mentalmente.
Quando ho salutato tutti e ho voltato le spalle per dirigermi verso la porta, ho dovuti trattenere le lacrime. Questo non significa che mi sono pentita della scelta presa, anzi mi sono ascoltata dentro e ho fatto ciò che mi sentivo di fare, ma sapere che quella classe il prossimo anno non ci sarà più,  e non sarà più la mia classe, mi crea tristezza...ma nel mio cuore porterò dietro quella classe, l'attuale quinta f...

martedì 12 marzo 2013

Scusa mamma

Rileggo il post di ieri...
Non volevo attaccare mia mamma.  È solo che mi sono sfogata e forse mi sono lasciata guidare dalla mia parte arrabbiata. 
Quindi questo post è dedicato a mia mamma...
A lei, che la sera e la notte, quando non riesco a dormire, si corica nel letto con me, mi stringe la mano e cerca di tranquillizzarmi...
A lei che , da quando sono stata ricoverata, si è presa la grande responsabilità di seguire lei la preparazione dei miei pasti, e quindi deve sempre cucinare cose permesse dal mio schema, pesare ogni singolo alimento...sopportare le mie domande su se ha pesato giusto o di più. Le sono molto grata per questo, perché se dovessi occuparmene io, sicuramente restringerei.
A lei che mi è stata vicina quando ho dovuto scegliere se ritirarmi da scuola o no, senza consigliarmi, in modo da far decidere me . E una volta presa la mia decisione, l'ha accettata e mi ha abbracciata forte.
A lei che continua a portarmi ovunque perché io non ho ancora non ho ancora preso la patente.
A lei che sta lottando insieme a me contro l 'anoressia, che gioisce con me per i passi avanti e si rattristisce con me per i miei momenti di crisi.
A lei che , alla fine, è l 'unica a beccarsi i miei sfoghi, legati al cibo e non...e sta ad ascoltarmi. Lei è sempre pronta a sentire ciò che ho da dire...e quando mi ha detto "se stai male per qualcosa devi dirlo", mi ha fatto venire le lacrime agli occhi,  perché vuol dire che non mi lascia sola.

Quindi,  mi rendo conto che un scusa non basta, ma ti prometto che continueremo a lottare insieme, e insieme ce la faremo.
Ti voglio bene mamma

lunedì 11 marzo 2013

Quando ci si sente "troppo"

"L 'anoressia non è un capriccio".
Lo dicono i medici, lo ripetono più volte ai gruppi informativi per i genitore di ragazzi affetti da dca.
Non è un capriccio, se no i dca non sarebbero inseriti nel dsm 4, libro diagnostico dei disturbi mentali...

Ieri ho avuto una piccola discussione con mia mamma . Ero stremata dalla giornata appena passata... dovevo sfogarmi e sono corsa da lei. Ho parlato con calma . Le ho detto quanto è logorante vivere in un corpo che non ti piace, che ti fa sentire in imbarazzo ventiquattro ore su ventiquattro,  che cerchi di nasconderlo. Come è difficile camminare per strada e avere la sensazione che tutti ti fissano,  che scrutano il tuo fisico soffermandosi ovviamente sulle cosce. Come è stancante lottare contro la voce della malattia che ti insulta,  che ti dice che fai schifo, che sei grassa,  che devi restringere,  che non devi mangiare, che è tutta colpa tua se ora ti trovi a essere in imbarazzo, perché dovevi solo non mangiare. Perché è facile la morale: mangi e perdi peso e non sei grassa.
È straziante continuare a vedere le persone più magre di te, invidiarle tantissimo e chiederti come fanno ad avere un fisico così perfetto, se soffrono anche loro di dca, o se semplicemente hanno la fortuna di essere così di costituzione.
Alla fine del mio discorso, mia madre mi ha rimproverata, dicendomi che a lei non sembra altro che un capriccio, perché io ho tutto quello che voglio, non ho situazioni famigliari gravi alle spalle, perché io sarei potuta nascere malata veramente, di qualche malattia incurabile,  e quindi devo ringraziare.
Lo so. Di questo ne sono consapevole.
Avevo solo bisogno di parlare, di renderla partecipe di come mi sento uno schifo in questi giorni, tutto perché Ana continua a essere presente in me e nella mia vita. Forse volevo sentirmi dire "brava ", forse andavo alla ricerca del suo compiacimento,  forse volevo solo dire che non è tutto rosa e fiori anche se seguo un percorso in day hospital,  che è alquanto difficile.
Forse volevo essere rassicurata, o forse volevo sentirmi dire che ero ancora magra, che abbracciarmi faceva effetto. Ma non è più proprio così,  quindi non mi sono sentita dire queste cose. Mi sono sentita dire che se fossi nata veramente malata, non mi lamenterei del mio fisico, perché non ha senso...
Non ha senso per gli altri, ma per chi è malato di dca ha un senso. E a volte ci si sente troppo stretti nel proprio corpo, e si desidera di assottigliarsi,  quasi volare.

domenica 10 marzo 2013

che senso ha questa vita?

Tutto attorno a me il silenzio...
Qualche rumore lo percepisco: la lavatrice che sta lavando dei vestiti non miei, il gatto chiuso nella stanza da letto che sta giocando facendo un rumore quasi fastidioso.
È la presenza umana quella che mi manca, e il silenzio governa la stanza.
Un'altra domenica, un altro punto interrogativo su come andrà,  su come sarà,  su cosa farò e su cosa non farò.
Il nulla riempie me e la mia mente.
Il vuoto governa.
Il visto dentro.
Il vuoto fuori.
O forse sono talmente piena di emozioni che preferisco categorizzarmi come "vuota".
Aspetto con ansia che sia domani, salire su quel pullman e andare in day hospital,  la mia seconda casa. Non vedo l'ora di riabbracciare le ragazze, di sentire i loro racconti, le loro difficoltà.
Ma continuo a sentirmi vuota, priva di un senso.
Se oggi io non ci fossi cosa succederebbe?
Niente.
Desidererei addormentarmi e dormire tutto il giorno, svegliarmi così domani e sapere che questa giornata è passata ,e io non l 'ho sentita. Non l 'ho vissuta. E invece, neppure la notte riesco a dormire....mi sveglio ogni ora guardando l 'ora, con la speranza che sia già ora di alzarmi per andare a Torino. E invece no, mancano ancora prima quattro ore, poi tre, poi due e mezzo, poi una e poi suona la sveglia. E in quel momento,  paradossalmente non mi alzerei più dal letto. Starei ferma, immobile, inerte ad ogni forma di emozione o difficoltà.  Pensando a come sto sprecando il mio tempo, a sognare come vorrei essere, a idealizzare nella mia testa una vita diversa da quella che ho vissuto e che sto vivendo. E immediatamente penso al futuro, forse l 'unica cosa che posso ancora programmarmi.
Ma come può essere un futuro intrappolato in questa gabbia ?
Come può essere un domani diverso da quello che sto vivendo?
Da anni continuo a ripetermi che "domani andrà meglio " , e da anni domani non va mai meglio. Sono sempre io, con Lei. Lei che appena svegliata mi dice già che sono grassa, che devo dimagrire, che devo restringere.
Lei, maledetta Lei.
La odio , eppure continuo a essere legata ancora a Lei.
L' ossessione per il cibo mi sta divorando, quasi come se l 'unico scopo della mia giornata fosse mangiare.
Come lui mi sta mangiando, io lo sto mangiando, senza provare soddisfazione, senza provare piacere, solo provando paura e voglia di fuggire.

sabato 9 marzo 2013

la società contro i miei pensieri...come tutto ebbe inizio

Quando ho deciso di dimagrire, ho dovuto fare i conti con me stessa. Dovevo rivoluzionarmi al cento per cento...
Un giorno andai a specchiarmi in camera dei miei genitori, perché a quel tempo solo loro avevano uno specchio che permetteva di vedere la mia immagine corporea intera.
Passai allo scanner dei miei occhi tutte le parti del mio corpo, dal polpaccio, ai polsi, alle spalle...
La decisione e soluzione era solo una: dimagrire.
Come fare per dimagrire?
Andai su internet a cercare i modi per dimagrire, sapete le solite cavolate del bere tanto, del mangiare tante proteine...ma a me non bastava, io volevo dimagrire cavolo!
Ricordo bene che iniziai a ripetermi nella testa "guarda che se cominci così poi non potrai più tornare indietro. Per mantenere il peso che vuoi tu dovrai continuare a seguire questo regime alimentare. ".
Quale regime alimentare?  Quello dettato da me. Minuscole porzioni di carne bianca o tonno al naturale,  e chili di verdura. Frutta solo in casi eccezionali. La cosa era seria, dovevo cambiare la mia immagine, così non andava per niente bene. Cosciente ma allo stesso inconsapevole a cosa andavo incontro...alla fine era solo una dieta, niente di assurdo. Tutti prima o poi fanno una dieta. Chi non si è mai messo a dieta almeno una volta nella vita?
Con le lacrime agli occhi, le notte insonni,  le scenate isteriche, la fame in agguato tutto il giorno,  sono arrivata fino a quà.
Soddisfatta? No.
Contenta? No.
Eppure, continuo a essere attratta dalla magrezza... il mio corpo sta perdendo piano piano i tratti che la malattia porta.  E io non riesco ad accettarmi. Vorrei di nuovo essere magra, magra ma sana. E nonostante il corpo muti, la testa continua a sguazzare in un mare di sensi di colpa,  inadeguatezza, tristezza, solitudine, voglia di lottare ma anche di mollare. 
Chi mi darà di nuovo la magrezza? 
Sembro stupida e pazza a scrivere queste cose, sembro senza valori a basare tutto sul mio corpo e il mio desiderio perverso di essere magra. Ma sono arrabbiata, perché ormai la maggior parte delle persone giudica gli altri anche per il loro aspetto fisico, sono pronti a criticare ogni minima imperfezione. Sono arrabbiata con questa società,  dove magrezza significa essere belle, famose, importanti. Ma la società ci dice quante giovani ragazze e ragazzi muoiono a causa dei disturbi alimentari? 
Certo che no. I proiettori sono tutti puntati sulle star, per informarci se seguono una dieta particolare,  se hanno preso qualche chilo , oppure se hanno la cellulite sulle cosce e glutei.  E poi? Quando arriva l 'estate? Ecco apparire sullo schermo del televisore le foto delle celebrità in costume,  per vedere chi ha il corpo più bello, più sodo, più attraente.
Basta con queste cose, mi hanno davvero stufata.
Una donna non può essere fiera di essere donna? Se non sbaglio però Botticelli la bellezza della donna stava proprio nelle forme,  nelle curve armoniose, e non negli spigoli delle ossa sporgenti.

venerdì 8 marzo 2013

Le persone a volte spariscono

Quante volte, nel corso della mia vita, ho incontrato persone,  con le quali avevo legato tantissimo,  e poi, per chissà quale motivo si allontanano da me, non si fanno più sentire.
Delusioni su delusioni, a parte alcune amicizie di vecchia data, ogni volta che mi illudo di aver trovato una persona che tenga veramente a me, alla fine si rivela un'altra fregatura. E poi ho un difetto grandissimo: mi lego alle persone troppo facilmente; do subito tutto il mio cuore, la mia disponibilità ad esse, e alla fine mi trattano come una sconosciuta invisibile, oppure fingono di non avermi mai conosciuta.
Mi chiedo : il problema sono io? Quando ero nel pieno della malattia , so riconoscere il fatto che sono stata io a crearmi una corazza pungente e odiosa, in modo da non avere interferenze con il mondo esterno, con i miei coetanei e non.
Ma adesso sono cambiata, sono io che mi sforzo a mantenere contatti con le persone, ma i miei sforzi sembrano vani, e continuo a ripetermi che sono io ad essere sbagliata. 
Sono sbagliata perché sono anoressica? 
Sono sbagliata perché sono noiosa? Perché non sono una macchinetta nel parlare? ? Perché a volte preferisco il silenzio a parole inutili buttate al vento? Perché sono timida?

Non lo so, ma sono stufa di beccarmi batoste, una dopo l'altra.  
Devo essere migliore?
Devo cambiare?
Cosa c'è in me di sbagliato? 
Sono lunatica è Vero,  ma quando mi lego ad una persona do tutta me stessa ad essa, sono pronta ad aiutarla in ogni momento  e in ogni circostanza. Mi sono ritrovata ad aiutare mie amiche anche quando ormai tutto il mio mondo illusorio era crollato, mettendo la loro felicità prima della mia. 
Non so.

giovedì 7 marzo 2013

Semplicemente "vita".

Chiamo la mia amica Anna ... e inizio a dire "sono una fallita, mi sento fallitaaaa . Non sono in grado di fare niente ".
Ecco, quel niente significa la scuola.
Mi sento una fallita perché ormai non riesco più a studiare, perché se vedo un libro mi prendono attacchi di panico,  perché non sono capace a studiare e a portare a casa grandi valutazioni.
Gli psico mi dicono "certo lei è anche malata, molte risorse le brucia nel lavoro che sta svolgendo quá in day hospital ". Hanno ragione... ma io non riesco ad accettarlo.
Non potrebbero svitarmi la testa e cambiare qualche rotella del mio cervello?

Una chiamata durata venti minuti; venti minuti di continue frasi ripetute più volte in lacrime. La gente passava, ma me ne fregavo farmi vedere in quello stato.
Chiusa la chiamata, incontro una mia infermiera del day. Mi chiede " sei ancora un'anima in pena?". Io ho rispondo di sì. E lei mi dice "c 'è solo una soluzione, shopping per consolarci.  Vieni amica ".
Mi ha portata all'Oviesse e abbiamo passato mezz'ora davanti agli orecchini.
In quel momento ho capito che non sono una fallita, semplicemente non è ora della scuola. Ci sono molte altre cose che mi fanno soffrire,  ed ecco, io voglio lavorare su quelle. Non mi importa quanto ci dovrò stare male, quanto dovrò tirare fuori dal mio inconscio,  quante volte mi dovrò spogliare dei miei pesi e delle mie sofferenze, a volte provando disagio.
So solo che in questo ultimo mese e mezzo di day, voglio creare un bagaglio personale che mi aiuti ad affrontare il mondo fuori nel modo migliore possibile.
Sei mesi di day hospital non significano guarigione, è solo un percorso,  una tappa della mia vita, della mia ricerca di una vita.
Ho 18 anni e non so nemmeno che cosa mi piace fare, quali sono i miei veri interessi, cosa voglio fare nella mia vita. Ho 18 anni ma non mi conosco nemmeno io, perché non sono mai stata davvero io e sapete perché?  Perché nella mia testa ero in continua competizione con l ' ideale di dover essere come le mie sorelle, di dover essere una fotocopia, in questo modo non avrei creato problemi a mia mamma e papà,  sarei stata perfetta come le mie sorelle.
E invece no, sono diversa, adesso capisco perché mi sentivo stretta stretta, semplicemente stavo reprimendo me stessa, un io che ancora non conosco e che si deve formare.

mercoledì 6 marzo 2013

Ed era stato bellissimo

Non so il perché,  non so come mai, ma oggi di colpo mi è apparso nella mente un ricordo molto bello. Si tratta di una giornata che avevo passato tre anni fa, bellissima, se ci penso ora mi fa venire le lacrime agli occhi.
Ho paura di essere noiosa ma vorrei raccontarvela...
Era una domenica come tante altre, non particolare, se non per il fatto che io e la mia famiglia siamo andati a pranzare da degli amici,  praticamente a casa della mia amica denominata da me " il mio angioletto".
Ero già malata, ma la malattia era ancora abbastanza debole, le emozioni riuscivano ancora a toccare il mio cuore .
Dopo pranzo avevamo fatto due tiri a pallavolo e poi siamo andati a fare una passeggiata in campagna... è quella passeggiata ad essere rimasta impressa nella mente.
Ero un pochino preoccupata per il cibo,  ma non in modo ossessivo. Era primavera, il sole era caldo e fantastico. Dopo una lunga camminata ci coricammo tutti nell'erba di un campo,  ad osservare il paesaggio agreste, ad udire i rumori della natura, a sentire i profumi dei fiori che sbocciavano. E io, con i fiori tra i capelli, giocavo con le margherite a fare " m'ama, non m'ama "... poi al ritorno inizia a correre lungo le vie sterrate della campagna. Mi ricordo che ridevo, che giocavo con la bambina a chi correva più veloce. Correvo e mi sfogavo, con un vero sorriso stampato sul viso.
Quella sera il mio angelo mi disse "eri bellissima oggi mentre correvi, devi lasciarti andare più spesso. Eri un fiorellino".

Non so perché è riemerso questo ricordo. So solo che crea tantissime emozioni dentro me... nostalgia,  invidia, tristezza, ma anche speranza nel ritornare un giorno a essere libera come una volta.

martedì 5 marzo 2013

Dopo due anni... un gelato allo yogurt! qualcosa si era sbloccato

Penso e ripenso.
Per me domenica scorsa è successo un miracolo...
Al pomeriggio sono andata in un centro commerciale con mia sorella e mia mamma... visto che devo seguire lo schema alimentare mi ero portata da casa la mia merenda, un classico fruttino...il mio spuntino di salvataggio. Il pranzo per me era già stato difficile perché avevo mangiato la carne rossa, che so che ogni tanto devo mangiarla anche se mi spaventa parecchio...
Comunque sono andata per negozi, ho comprato delle statuine colorate a forma di animali che sono bellissime e poi, cosa non prevista,  mi sono trovata davanti alla yogurteria yoyo. Quel gelato allo yogurt era il mio preferito quando stavo bene, e anche quando ho iniziato ad ammalarmi, digiunavo per poi poterlo mangiare, e poi andare nella mia  stanza a fare attività fisica.  L 'ultimo gelato che ho mangiato di quel tipo è stato circa due anni fa.
Quando l 'ho visto mi è preso un forte mal di testa perché mi ha assalita la tristezza, la rabbia,  i ricordi di quando serenamente mangiavo quel gelato, e di quando avevo sempre il sorriso sulle labbra.
Dieci minuti a pensare, le parole continuavano e frullarmi per la testa. Volevo cedere ma avevo paura.
Ma improvvisamente ho preso il coraggio a quattro mani, ho dato uno schiaffo all'anoressia e mi sono messa in coda per prendere quel  gelato.
E... ragazzi l 'ho preso e l'ho mangiato! Con sopra la Nutella e le stelline di zucchero colorate.
Un sapore che non provavo da due anni, la consapevolezza di star mangiando qualcosa di molto grande per me, l'entusiasmo per essermi concessa qualcosa di buono, e sapere di non avere ristretto in precedenza per prepararmi al gelato.
Insomma, è andata bene. Dopo ero un po' agitata per averlo mangiato, ci ho pensato abbastanza,  ma sono stata più forte io, a cena non ho ristretto e ho pure fatto lo spuntino dopo cena.
Una settimana fa per me era impensabile mangiare quel gelato, e invece, quella domenica qualcosa si è sbloccato. E quel qualcosa mi ha dato di nuovo forza, dopo un periodo davvero difficile.
Qualcosa si è mosso,  e io ne sono consapevole.
Ragazze che roba!
Se ci penso mi vengono le lacrime agli occhi, ; nulla era programmato, è successo tutto da sé.

lunedì 4 marzo 2013

È un blog amico questo

 In questo ultimo periodo, ho ricevuto delle e mail private da parte di ragazze, che mi domandavano un aiuto per dimagrire, dicendo che mi stimavano tantissimo per il fatto di riuscire ad avere tutto il controllo che volevo, e per il fatto di essere dimagrita così tanto.
Non nascondo che queste e mail mi hanno fatta stare un poco male per alcune cose;
Prima di tutto io non aiuterei mai nessuno ad entrare nel circolo vizioso dei disturbi alimentari perché essendoci dentro so quanto si sta male, quanto si rischia,  quanti danni si provocano al corpo e alla mente. Il mio blog è nato non con l 'intento di spingere le persone ad ammalarsi,  anzi è un modo per allontanare giovani ragazze e ragazzi da questo mondo, perché le vita di un adolescente , ma anche di un adulto, non deve essere legata ad una malattia così rischiosa , difficile e dolorosa. Vorrebbe dire che io seminerei dolore gratis alle altre persone, e io non voglio passare questo messaggio.
Quindi tutte le ragazze pro-ana, non potranno mai trovare alcun giovamento dal mio blog, perché io non sto combattendo per riavere la malattia, io mi sto sforzando per uscire dalle grinfie di Ana.
Quindi gentilmente chiedo di non mandare più e mail con richieste di aiuto per dimagrire, per perdere peso, perché io non giuderó mai nessuna persona all'autodistruzione.

Con questo post non voglio essere dura, antipatica... vorrei solo chiarire la mia posizione,  perché io sono pro-ricovero , e ho trovato in questo spazio virtuale tante altre ragazze che stanno lottando proprio come me, e sono loro che mi danno la forza per andare avanti,  perché mi sostengono e troviamo sempre mille aspetti in comjne, che mi fanno sentire meno sola in questa mia impresa.
Grazie a tutti, anche a chi mi sostiene tramite Facebook.
Siete indispensabili per me .
Grazie a tutti di cuore ♥

domenica 3 marzo 2013

La privazione non è segno di forza

Privazione e forza.
Queste erano le parole che mi hanno accompagnata nella fase peggiore della mia malattia.
Mi sentivo forte quando mi privavo di quei cibi proibiti (gelati, merendine, budini, frappè, croissant, piadine, salatini, pizzette)... Se mi chiedo perchè mi sentivo forte non riesco a dare una risposta esaustiva... so solo che ero guidata dal controllo, senza di lui non passavo un minuto.
La privazione continuo a metterla in atto, ma per me non è più segno di forza, per me è tristezza, incapacità di concedermi qualcosa di cui il mio corpo necessita o prova il desiderio di sentirne il gusto, dopo chissà quanti mesi e anni non assume un determinato alimento... e sapete cosa succede dopo tutta questa privazione? si scoppia e non si controlla più niente , soprattutto il nostro rapporto con il cibo.
Per me era forza andare in cucina, aprire la dispensa, prendere qualche cibo proibito, come i kinder cereali, i cioccolatini, le barrette ai cereali, le brioche...e nasconderle in una scatola sotto il letto.
Era vedere quella scatola sotto il letto, sapere di avere il cibo nella stanza e non toccarne nemmeno una briciola, ciò che mi faceva sentire un leone. Anche di notte, quando non riuscivo a dormire per la fame, ero forte a non mangiare...
Forte?? Già per me era così. Era una sicurezza, era un modo per dirmi che stava andando tutto bene.
E poi si scoppia, a me è successo, fino a quando la mia psicologa non mi ha fermata.
Mi ricordo che era luglio e avevo avuto la visita con la dietista...avevo perso ulteriore peso e quindi mi aveva dato degli integratori da assumere. Andai subito a casa, e su internet lessi le calorie, i grassi, le proteine che quegli schifosi budini avevano. E ho detto no, io voglio prendere peso con altro. Quell'altro per me erano i cibi proibiti... Andai avanti per una settimana a fare merenda con barrette al cioccolato, latte e pavesini, budini e creme, gelati, plasmon, biscotti, creaker... fino a quando, al colloquio psicologico, la mia curante mi sgridò per il mio comportamento del tutto "infantile e poco responsabile". Così mi disse, perchè andavo contro prescrizioni mediche... e tra me pensavo "che ho fatto di male? ho solo mangiato!" .
Con il senno di adesso, posso capire perchè la mia psico mi ha fermata... forse perchè così facendo sarei entrata nell'altra faccia della malattia, e perchè in quella settimana per me il cibo era un'ossessione più grande di sempre...
So solo che dopo questo rimprovero, mi rifiutai di prendere gli integratori e diedi il mio corpo in pasto all'anoressia, quasi per rabbia, per ripicca nei confronti di chi mi aveva proibito di mangiare...fino ad arrivare al ricovero.

sabato 2 marzo 2013

Sono troppo matura...

La notte non dormo. Mi sveglio soventemente e non faccio altro che sognare...e che sogno?
I professori che mi rincorrono per i corridoi della scuola perché devono interrogarmi....non sto scherzando ragazzi. La testa non ne può più di sta scuola.
Comunque...
Eccomi sempre quá bisognosa di riempire il mio spazio.
Ieri ho iniziato a riempire la mia stanza con oggetti che la rendano mia e unica...
Ho pensato che, per creare uno spazio tutto mio, devo renderlo particolare e unico, proprio perché chi mi conosce so che ho un carattere particolare...sono lunatica, a volte sono felice e dopo due secondi cado nella tristezza,  sono svampita ma molto rigorosa nel rispettare le regole e nello studiare. A volte faccio le cose senza volerle  fare, mostro poco entusiasmo davanti alle cose che per una ragazza di 18 anni dovrebbero essere divertenti.
Già,  posso dire che io sono stata fin da piccola, molto matura. Mi sentivo dire che ero già grande e che facevo ragionamenti da adulto a dodici anni... e al giorno d'oggi? Ho molte meno difficoltà a rapportarmi con persone che hanno più anni di me, piuttosto che con miei coetanei. Perché io mi trovo meglio nei discorsi delle persone che hanno 25 anni piuttosto che 18.
Questa cosa penso che sia portata dal fatto che ho due sorelle che hanno quattordici anni in più di me, e quindi sono sempre stata abituata a stare con i grandi, a parlare con i grandi.

Ritornando alla mia stanza,  per ora ho attaccato al mio armadio foto di me, dei mie nipotini, della pallavolo e della montagna...tutto insieme a frasi incoraggianti e sulle quali riflettere... poi vedrò cosa fare. Pensavo di attaccare qualche puzzle o quadro in più alle pareti e di creare dei soprammobili con le mie manine.
Vedremo cosa succederà!

Un abbraccio
Pulce

venerdì 1 marzo 2013

Basta fare la guerra

Colgo come occasione un commento che mi ha lasciato un mio amico quà sul blog, per riflettere sulle questioni che lui mi ha lasciato....


Ciao Fabi, leggendo il tuoi post fino al titolo del blog mi sembra di leggere la descrizione di una guerra, abbiamo lotte, pugni, vittorie e sconfitte, guerra contro me stessa, etc, etc.
Ti faccio una domanda, rispondi tu però, lascia stare le psico, le amiche, genitori, professori, vari ed eventuali più o meno esperti. La domanda: Se tu fossi la tua malattia, si si l'anoressia come reagiresti a tutte queste cose? Se qualcuno tutti i giorni ti facesse più o meno la guerra tu che faresti?
Aspetto la risposta :-) Ciao
Domandine abbastanza difficili.
Se io fossi la malattia, e qualcuno tutti i giorni, soprattutto la persona dentro la quale vivo e mi nutro del suo dolore, mi colpissero, io reagirei facendo a tutti la guerra; in poche parole farei come io Faby sto facendo all'anoressia,  farei la guerra. Quindi sarebbe una lotta per tutte e due....e leggendo queste frasi appena scritte, non trovo un senso razionale.
Forse se Faby lasciasse andare gli ormeggi, smettesse di colpire la malattia, di incapponirsi così tanto sul cibo, e imparasse a convivere con essa, sarebbe tutto più facile, una specie di convivenza  diciamo. 
Conosco alcune persone che sono state affette da dca e ora, non dico che sono guarite, ma semplicemente hanno imparato a contenere il loro sintomo e a convivere con esso.... certo che per loro non è stato facile, hanno dovuto scavare dentro, stare male, sputare fuori parole e emozioni che solo loro conoscevano e che avrebbero voluto tenerle segrete nel loro inconscio. Ho visto queste persone piangere,  dire che non ce la facevano più,  ma alla fine hanno trovato il loro equilibrio, e ora vivono una vita dignitosa. 

Quindi, rispondendo a fugazzi,  dico che forse ai colpi, alla guerra, alle mazzate, si risponde con le stesse identiche cose. 
Con le tue parole mi hai fatto vedere la situazione da un punto di vista diverso, che da sola non avrei mai potuti vedere, perché ero io protagonista di questa guerra. 
 Ti voglio bene fugazzi